C’era una ragione ben precisa per questo, provavo un’attrazione incredibile per mia zia.
Lei era una donna di 42 anni, divorziata, non snella come una volta ma i suoi glutei sodi e suoi seni pieni e rotondi continuavano a reclamare i miei sguardi depravati.
Così l’estate del mio 19° compleanno organizzammo un viaggio al mare con la famiglia al completo.
C’era la zia, mio cugino, i miei genitori e la mia sorellina di 15 anni. Avevamo affittato una casa a pochi passi dalla spiaggia sulla Riviera ligure.Un giorno tutti decisero di andare a fare un’escursione nella vicina Sanremo. Ma io però dovevo studiare per il mio ultimo esame all’università e rimasi a casa. Con mia sorpresa anche la zia decise di non andare.
In casa con la zia
Mi misi in camera alla scrivania che si affacciava sulla veranda. Stavo lì con i miei libri di matematica applicata quando improvvisamente non vidi che mia zia, con andatura dolce e suadente, andava a sdraiarsi su uno sdraio.Addosso aveva uno dei bikini piccolissimi a due pezzi di mia sorella. Potevo riconoscere la fantasia e poi erano oscenamente piccoli per lei.
Sul suo sedere lo slip era un perizoma e il reggiseno lasciava scoperta metà delle sue tette.
Cercai di ricompormi come potevo da quella vista, poi le si sdraiò in modo che potessi vedere il suo sedere.
Teneva le gambe un po’ divaricate e non potevo fare a meno di notare che il suo slip all’altezza del monte di venere sembrava bagnato.Mentre cercavo di tenere a bada il mio membro che, insistente, continuava a rizzarsi tra le mie gambe sentii la voce della zia che mi chiamava.Un pomeriggio proibito
Aprii piano piano la porta scorrevole e a mezza voce chiesi cosa volesse.
Lei rispose che si scusava di avermi distolto dagli studi ma aveva un disperato bisogno di un massaggio alla schiena perché non riusciva più ad alzarsi.
Non mi sembrava vero, la sola idea di toccarla mi faceva venire.
Così mi sedetti su una piccola porzione dello sdraio, lei per tutta risposta decise di allargare ancora di più le gambe.
Ormai potevo vedere la sua vagina che straripava da quelle mutandine.
Il mio pene era completamente rigido, mi alzai leggermente per iniziare dalle spalle e sentii che il mio membro sfiorava i glutei della zia. Lei ebbe un vero e proprio fremito. Sapevo che mi desiderava.
Iniziai a massaggiare con decisione e maestria mentre lei mi esortava sempre ad andare più in basso. Decisi di vendicarmi un po’ con lei e di farla attendere ancora un po’.
Mi avvicinavo al fondo schiena e con i polpastrelli scendevo fino ai glutei e poi risalivo subito.
Mentre continuavo questo gioco mia zia esplose dal desiderio e mi supplicò di prenderla dicendomi che mi desiderava da mesi ormai. Soddisfatto dalla sua confessione iniziai a lavorarmi le sue grandi labbra e il suo clitoride con una, due e poi tre dita mentre lei era in preda a orgasmi violenti, completamente incurante di essere in una veranda dove tutti potevano sentirla.
Quando decisi che anche io ne avevo abbastanza la penetrai a pecorina. Il mio membro penetrò facilmente nella sua vagine madida di umori. La presi con una sforza bestiale quasi a vendicarmi di tutti gli anni in cui l’avevo desiderata ma lei non mi aveva mai degnato di uno sguardo.
Venni dentro di lei mentre era in preda a fremiti e mugolii di piacere sfrenato. Da quel giorno io e la zia siamo diventati ancora più vicini di prima.