La mia prima volta è stata anche la più trasgressiva della mia vita: dopo quell’esperienza ho avuto altre donne, anche delle relazioni importanti, ma i brividi che provai quella sera furono letteralmente assurdi e se ci penso ancora oggi, sono passati quasi 8 anni, la mia eccitazione non tarda un solo istante ad accendersi.
Ma andiamo per gradi, voglio raccontarvi la storia per intero.
Avevo vent’anni, vivevo a Sud, dove vivo tutt’ora, e quello che era uno dei miei migliori amici, lo chiamerò con un nome immaginario, Mark, si era trasferito in Veneto per lavoro.
Eravamo compagni di classe e fino al diploma nessuno di noi due aveva avuto esperienze degne di nota con l’altro sesso, ma quando lui si trasferì lì iniziò sempre più spesso a raccontarmi di cuccate incredibili in discoteca o di notti di passione passate in macchina con ragazze conosciute su Internet appena poche ore prima.
Io ero un po’ scettico: fino ad un anno prima Mark non rimorchiava praticamente mai, sebbene fosse molto intraprendente, eppure nelle nostre telefonate mi sembrava realmente più che entusiasta di quanto stesse vivendo.
I suoi racconti insistevano su Desenzano: Mark era talmente esaltato dal divertimento che riusciva a trovare in quella località che ormai la chiamava con un termine decisamente poco signorile.
Mi raccontava che a Desenzano c’erano delle discoteche bellissime, ma soprattutto mi parlava delle tantissime ragazze che le frequentavano, tutte “di alto livello”, come era solito dire, e molto alla mano.
Mark mi mise talmente tanta curiosità su questa località che feci qualche ricerca su Internet: notai che in zona c’erano tante meravigliose escort, ancora oggi se si fa una ricerca su siti come Escortime.love c’è solo l’imbarazzo della scelta per quel che riguarda gli annunci di escort a Desenzano, ma al di là di questo non si riusciva a cogliere gran che se non il fatto che, effettivamente, ci fossero diverse discoteche.
Un weekend di fine agosto, finalmente, andai a trovare Mark, prenotai un B&B nella città dove viveva e andammo insieme, con la sua macchina, in una discoteca della “famosa” Desenzano.
Notai subito un’alta percentuale di ragazze, molte delle quali davvero molto belle, ma per capire se fosse realmente così semplice cuccare nella famigeratissima Desenzano iniziai subito a fare alcuni tentativi.
Un paio andarono a vuoto, fino a quando, in pista, non trovai una ragazza che mi attizzava non poco e che mi guardava senza farsi troppi problemi, chiamerò anche lei con un nome di fantasia: Megan.
Ve la descrivo per grandi linee: lunghi capelli castani, occhi verdi, occhiali e forme generose che non mi dispiacevano affatto, e a differenza di molte altre ragazze presenti nella discoteca non era vestita elegante: un paio di jeans (quelli li ricordo benissimo!) delle sneakers semplicissime e una maglietta a maniche corte.
Mi avvicinai con l’intento di dirle qualcosa ma lei continuava a ballare guardandomi, così mi resi così conto che non era il caso di chiederle come si chiamasse e di dove fosse: iniziai subito a baciarla.
Non avevo dato molti baci in vita mia, se non ricordo male soltanto 2, quindi quel bacio così spinto e lungo, per me, rappresentava già un bel “trofeo”.
Dopo circa un quarto d’ora Megan mi dice: “Hai la macchina?” Avrei voluto usare quella di Mark, ma lui aveva le chiavi e in quel momento non lo vedevo, così dovetti dirle di no, ma ero talmente preso e ringalluzzito dal momento che le chiesi comunque di uscire dalla discoteca.
Nel breve tragitto che portava fuori dalla disco ci presentammo rapidamente, lei aveva la mia stessa età, ma una volta fuori, entrambi avevamo in mente solo una cosa.
Riprendiamo a baciarci con passione, senza neppur sapere dove andare, fino a che, passeggiando un po’, raggiungemmo una stradina secondaria; una strada poco frequentata e poco illuminata, certo, ma pur sempre una strada!
È lì che, appoggiati al muro, non abbiamo avuto bisogno di aggiungere altro: lei mise le sue mani sotto la mia maglietta, accarezzandomi la pancia, anche io iniziavo a toccarla, fino a quando mi disse senza esitare “Hai un preservativo?“.
Ovviamente, visti i racconti di Mark, ne avevo uno con me: pur non avendone mai indossato uno riuscii a metterlo senza troppi problemi e lì Megan, lo ricordo benissimo, si abbassò i jeans senza lasciarmi il tempo di farlo io.
Iniziammo a farlo, era meraviglioso ed io provavo mille sensazioni tutte insieme: l’eccitazione per il momento, il pensiero che finalmente fosse arrivata anche per me la prima volta e la paura, non poca, di essere visti.
Lo abbiamo fatto per circa 10 minuti, rigorosamente in piedi per dare meno nell’occhio, e fu stupendo, sia per la situazione in sé che per Megan, che a pelle mi attirava tantissimo.
Dopo esserci ricomposti, in realtà neanche più di tanto, ci siamo dato un altro lungo bacio e siamo rientrati nella discoteca; prendendo il cellulare vedo che Mark mi aveva telefonato per sapere dove fossi finito, e lo stesso avevano fatto le amiche di Megan.
Una serata pazzesca. Ovviamente non ho più rivisto Megan, non volle lasciarmi neppure un contatto, ma la capisco, d’altronde è proprio questo il bello delle storielle.
Ricordo ancora quando, una volta tornato in disco, ritrovai Mark: ancora un po’ stordito, tutto spettinato, gli raccontai brevemente cosa era successo e lui mi disse, nel dialetto della nostra città: “Che ti avevo detto?“.
Fu una prima volta piuttosto inconsueta, la mia, ma per me assolutamente fantastica, e quando ancora oggi mi capita di leggere o di sentire “Desenzano”, il pensiero non può che andar lì, a Megan che senza esitare un istante si abbassa i jeans davanti a me!